Nel 1991, nelle Alpi Tirolesi, al confine tra l’Italia e l’Austria, ai piedi del ghiacciaio del Similaun a 3213 m s.l.m., venne rinvenuta una mummia in buono stato di conservazione, risalente all’età del rame (circa 3300 a.C.).
La mummia del Similaun, per gli amici Ötzi, oltre a mantenere il primato di primo uomo tatuato (ben 61 tatuaggi!) aveva con sé arco e frecce prodotti con il legno dell’albero del tasso europeo (Taxus baccata)! Il tasso è conosciuto da millenni dall’uomo per il suo legname di alta qualità, ed è stato impiegato nella costruzione di archi e frecce, nonché per fabbricare sarcofagi dagli antichi egizi e dai druidi per i loro famosi bastoni. l nome del genere Taxus deriva infatti dal greco Taxon, che significa, appunto, ‘’arco’’.
Tuttavia, il tasso è altrettanto famoso per la sua tossicità, attribuita a 11 alcaloidi tossici noti come tassina (incluse taxina A e taxina B), motivo per cui è chiamato anche "Albero della morte".
Questa pianta risulta tossica in tutte le sue parti eccetto per l’escrescenza carnosa e rossa che cresce intorno al seme, chiamata ‘’arillo’’. Sarà un caso? Ovviamente no: gli arilli, poiché commestibili, sono mangiati dagli uccelli che scartano il seme velenoso, favorendo così la disseminazione. Nonostante sia tossico anche per gli animali, ci sono alcuni cervidi, come il cervo della Virginia (Odocoileus virginianus) che, nonostante la tossicità, se ne alimentano quando scarseggiano altre piante, come in inverno, riuscendo a metabolizzarli grazie all’attività del microbioma del rumine.
Oggi, a causa dell’intensivo impiego del legname, il tasso è una specie protetta a livello europeo. Le foreste che ospitano questa specie sono state designate come Zone a Protezione Speciale dalla Comunità Europea (Direttiva Habitat 92/43/EEC).
Dal 1964 la reputazione negativa di questa pianta ha subito una ribalta grazie al National Cancer Institute di Bethesda (USA), che dimostrò le potenzialità di impiego di un estratto di tasso su cellule neoplastiche. Nel 1971 fu identificato il principio attivo, il taxolo, commercializzato dal 1992 in USA con il nome commerciale di Paclitaxel ed oggi impiegato in 75 paesi come chemioterapico per il trattamento del tumore al seno, all’ovaio e al polmone.
Ma come agisce il taxolo? Il taxolo è un diterpenoide che arresta il ciclo cellulare delle cellule cancerose, stabilizzando il polimero di tubulina coinvolto nella divisione cellulare. Nonostante il successo clinico, la produzione di taxolo ha sollevato questioni legate alla sostenibilità poiché, nonostante gli sforzi, è principalmente estratto dalla corteccia dagli alberi di Taxus brevifolia.
In particolare, la produzione di 2g di Taxolo richiede l’abbattimento 4 alberi! Attualmente la ricerca si sta focalizzando sullo sviluppo di metodi di produzione alternativi, come la sintesi chimica o la produzione biotecnologica tramite l'uso di microorganismi. Un altro metodo di produzione interessante, ancora con rese piuttosto basse, è l’utilizzo di funghi endofitici, ossia organismi che sono in grado di produrre i metaboliti secondari della pianta ospite.
Dal legname per archi di uomini preistorici ad un farmaco per il cancro! Chissà se il nostro caro Tasso ci riserverà altri colpi di scena in futuro!
Per chi vuole approfondire:
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